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Friday 16 July 2021

Zola, romancier d'anticipation


    Quand, à la fin d'un roman d'environ 600 pages, deuxième tome d'une quadrilogie sensée exprimer sa morale sociale, l'auteur se rend compte d'avoir encore plein d'idées, mais pour une longue série de science-fiction (maintenant on la définirait steam-punk), il ne peut que laisser les idées en cadeau aux lecteurs sensibles au sujet.

    C'est ce qui, à mon avis, justifie les dernières pages de Travail, (l'un des romans les plus utopiques d'Émile Zola) où Josine, Sœurette et Suzanne se livrent à un récit à trois voix pour bercer le protagoniste, Luc Froment, vers son bien mérité repos éternel.
    Bonne lecture.

Thursday 1 July 2021

The Underground Railroad


(this is the English translation of the Italian review I published in January)
The Underground Railroad by Colson Whitehead is not a book that "gets" you immediately, but nevertheless it will gradually take you page after page... in short, it was an engaging read that gave me the opportunity to realize and "observe" one of the less glorious pages of American history (which is still in progress!!).
There are 3 characteristics that I found important and that I would like to emphasize: the style, the message, the symbols.

THE STYLE is dry and essential: if there is a book where the advice "don't miss a word" must be respected, this is it. In the chapters titles personal names and states names alternate (Ajarry, Georgia, Ridgeway, South Carolina,...) secluding the moments of psychological study from the description of the escape. The tone is actually different: in the former there is emotion and empathy, in the latter there is none. All this (writing and structure) allows to convey the message.

THE MESSAGE is simple and obvious, but it is carried with strength and resolve by style: slavery takes humanity away from human beings. Humanity lacks in the slaves: treated like cattle, they end up losing the empathy that could unite them in a compact group against the adversities that rage against the color of their skin. Humanity lacks in the whites (both the bosses and the "collaborators"): the cultural and social abyss that separates whites and blacks (slaves or... "freedmen") is so great that any effort at empathy is pathetic; therefore relationships remain mechanical and utilitarian even when guided by the best of intentions. It is in this "inhuman" context that the symbols burst with force and create emotions more than the characters adventures.

SYMBOLS are overturned or reinterpreted:
  • The Declaration of Independence, with its "all men are created equal", made to recite in slave s school, to teach them to read and write, becomes an instrument of repression: a memento that... not all men are equal.
  • The Bible and the Christian religion, used by both slaveholders and collaborators as a justification for their actions (the former identify the lineage of Cain in the blacks, justifying slavery, the latter seek the salvation promised by Christ by bringing help to "those in need" ), are emptied of their moral value since all teachings of charity and acceptance are forgotten.
  • Concerning the railway (hence the title!), the author does not reverse the meaning, but swaps the beneficiaries. If "on the surface" it is a symbol of the American dream, of modernity, of the industrial abilities of the white man, underground is the only work the black man will be proud of (unlike the work in the fields, done by blacks, but source of white pride and wealth), and it represents the black man's own means of achieving the same American dream of freedom and independence.
And this is all. Happy reading (if I have convinced you).



Monday 14 June 2021

Something different: Excel!


 I made this Google sheet for the Italian Facebook group Leggo Letteratura Contemporanea (translation: "I read contemporary literature"). It allows to transform a two option poll final score in a five sets tennis match score.


Knock yourself out! ^_^"


The above screen capture of Woody Allen's Match Point (2005) opening credits was taken from aphelis.net

Friday 16 April 2021

Pilling the Cat


I've read it a thousand times, but I always laugh at it... 

    However healthy the cat, there will come a time when it needs a Pill. Oh, how we nod and look like respectable, concerned cat owners as the vet hands us the little packs (one grey one every five days and then a brown one after ten days, or was it the other way round?) And once we were all innocent and thought, the cat food smells like something off the bottom of a pond anyway. Real cat can't possibly notice if we crumble the damn things up a bit and mix them in…

Thursday 25 February 2021

Incipit di Q (Luther Blisset)


Un incipit che è biglietto da visita, dichiarazione d'intenti e "scaletta" per il romanzo che introduce. Il collettivo Luther Blisset comincia forte con questa prima pagina di prologo seguita da una breve lista cronologica per introdurre (senza rallentare) l'ambientazione storica. Poi il primo capitolo letteralmente esplode.

Fuori dall'Europa, 1555

    Sulla prima pagina è scritto: Nell'affresco sono una delle figure di sfondo.
    La grafia meticolosa, senza sbavature, minuta. Nomi, luoghi, date, riflessioni. Il taccuino degli ultimi giorni convulsi.
    Le lettere ingiallite e decrepite, polvere di decenni trascorsi.
    La moneta del regno dei folli dondola sul petto a ricordarmi l'eterna oscillazione delle fortune umane.
    Il libro, forse l'unica copia scampata, non è più stato aperto.
    I nomi sono nomi di morti. I miei, e quelli di coloro che hanno percorso i tortuosi sentieri.
    Gli anni che abbiamo vissuto hanno seppellito per sempre l'innocenza del mondo.
    Vi ho promesso di non dimenticare.
    Vi ho portati in salvo nella memoria.
    Voglio tenere tutto stretto, fin dal principio, i dettagli, il caso, il fluire degli eventi. Prima che la distanza offuschi lo sguardo che si volge indietro, attutendo il frastuono delle voci, delle armi, degli eserciti, il riso, le grida. Eppure solo la distanza consente di risalire a un probabile inizio. 
 
(Luther Blisset - Q, Prologo)

Download gratuito dei libri della Wuming Foundation
Immagine: particolare de La nave dei folli (Hieronymus Bosch)

Thursday 4 February 2021

Le distanze tra Renzo e Agnese


Uno dei momenti di teatro del romanzo che, scritto circa 200 anni fa, risuona fortemente con la nostra attualità. Potremmo intitolarlo:

Come imporre le regole di distanziamento ai propri genitori, dal 1600 ai giorni nostri

Tra la sorpresa dell’apparizione, e la contentezza della notizia, e la smania di saperne di più, Agnese [..], dimenticando le precauzioni ch’era solita a prendere da molto tempo, disse: «vengo ad aprirvi».
«Aspettate: e la peste?» disse Renzo: «voi non l’avete avuta, credo.»
«Io no: e voi?»
«Io sì; ma voi dunque dovete aver giudizio. Vengo da Milano; e, sentirete, sono proprio stato nel contagio fino agli occhi. È vero che mi son mutato tutto da capo a piedi; ma l’è una porcheria che s’attacca alle volte come un malefizio. E giacchè il Signore v’ha preservata finora, voglio che stiate riguardata fin che non è finito quest’influsso; perchè siete la nostra mamma: e voglio che campiamo insieme un bel pezzo allegramente, a conto del gran patire che abbiam fatto, almeno io.»
«Ma…» cominciava Agnese.
«Eh!» interruppe Renzo: «non c’è ma che tenga. So quel che volete dire; ma sentirete, sentirete, che de’ ma non ce n’è più. Andiamo in qualche luogo all’aperto, dove si possa parlar con comodo, senza pericolo; e sentirete.»

(Alessandro Manzoni - I promessi sposi, capitolo XXXVII) 

Monday 25 January 2021

La ferrovia sotteranea


The Underground Railroad di Colson Whitehead (in italiano: “La ferrovia sotterranea”), non è un libro che ti conquista da subito, ma ti prende gradualmente pagina dopo pagina… per farla breve, vi posso dire che è stata per me una lettura coinvolgente che mi ha dato modo di rendermi conto ed “osservare” una delle pagine meno gloriose della storia americana (ed è ancora in corso!!).
Ci sono 3 caratteristiche che ho trovato importanti durante la lettura e che vorrei sottolineare: lo stile, il messaggio, i simboli.

LO STILE è secco ed essenziale: se c'è un libro dove il consiglio “non perdetevi neanche le virgole” deve essere rispettato, è questo. Nei titoli dei capitoli si alternano i nomi di  persona e i nomi di stati (Ajarry, Georgia, Ridgeway, South Carolina,...) delimitando i momenti di approfondimento psicologico alla descrizione della fuga; il tono è effettivamente diverso: nei primi c’è emozione ed empatia, nei secondi no. Tutto questo (scrittura e struttura) serve a “spedire” il messaggio.

IL MESSAGGIO è semplice e banale, ma è portato con forza e decisione dallo stile: lo schiavismo toglie l'umanità agli esseri umani. Privi di umanità sono gli schiavi: trattati come bestiame, finiscono per perdere l’empatia che potrebbe unirli in un gruppo compatto contro le avversità che si accaniscono contro il colore della loro pelle. Privi di umanità sono i bianchi (sia i padroni che i “collaboratori”): l’abisso culturale e sociale che separa bianchi e neri (schiavi o… “liberti”) è talmente grande da rendere patetico qualunque sforzo di empatia; quindi i rapporti restano meccanici e utilitaristici anche quando sono guidati dalle migliori intenzioni. E’ in questo contesto “inumano” che i simboli irrompono con forza e creano emozioni più’ delle avventure dei personaggi.

I SIMBOLI vengono ribaltati o reinterpretati:
  • La Dichiarazione di Indipendenza con il suo “all men are created equal”, fatta recitare agli schiavi per insegnar loro a leggere e scrivere, diventa strumento di repressione ricordando loro che… non tutti gli uomini sono uguali. 
  • La Bibbia e la religione Cristiana, usate sia dagli schiavisti che dai collaboratori come giustificazione delle loro azioni (i primi identificano nei neri la stirpe di Caino, “giustamente” da schiavizzare, i secondi cercano la salvezza promessa dal Cristo portando aiuto ai “bisognosi”), si svuotano del loro valore morale dimenticando gli insegnamenti di carità’ e accoglienza. 
  • Per la ferrovia (da cui il titolo! ) l’autore non ne ribalta il significato, ma se ne cambia i beneficiari. Se “in superficie” è simbolo del sogno americano, della modernità, delle capacità industriali dell’uomo bianco, sottoterra per l’uomo nero è l’unica opera di cui essere fieri (a differenza del lavoro nei campi, fatto dai neri, ma fonte di orgoglio e ricchezza dei bianchi), ed è il mezzo proprio all’uomo nero per arrivare allo stesso sogno americano di libertà e indipendenza.
E questo è tutto. Buona lettura (se vi ho convinto).

(Pubblicato per la prima volta su Facebook il 22 novembre 2017)