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Monday 25 January 2021

La ferrovia sotteranea


The Underground Railroad di Colson Whitehead (in italiano: “La ferrovia sotterranea”), non è un libro che ti conquista da subito, ma ti prende gradualmente pagina dopo pagina… per farla breve, vi posso dire che è stata per me una lettura coinvolgente che mi ha dato modo di rendermi conto ed “osservare” una delle pagine meno gloriose della storia americana (ed è ancora in corso!!).
Ci sono 3 caratteristiche che ho trovato importanti durante la lettura e che vorrei sottolineare: lo stile, il messaggio, i simboli.

LO STILE è secco ed essenziale: se c'è un libro dove il consiglio “non perdetevi neanche le virgole” deve essere rispettato, è questo. Nei titoli dei capitoli si alternano i nomi di  persona e i nomi di stati (Ajarry, Georgia, Ridgeway, South Carolina,...) delimitando i momenti di approfondimento psicologico alla descrizione della fuga; il tono è effettivamente diverso: nei primi c’è emozione ed empatia, nei secondi no. Tutto questo (scrittura e struttura) serve a “spedire” il messaggio.

IL MESSAGGIO è semplice e banale, ma è portato con forza e decisione dallo stile: lo schiavismo toglie l'umanità agli esseri umani. Privi di umanità sono gli schiavi: trattati come bestiame, finiscono per perdere l’empatia che potrebbe unirli in un gruppo compatto contro le avversità che si accaniscono contro il colore della loro pelle. Privi di umanità sono i bianchi (sia i padroni che i “collaboratori”): l’abisso culturale e sociale che separa bianchi e neri (schiavi o… “liberti”) è talmente grande da rendere patetico qualunque sforzo di empatia; quindi i rapporti restano meccanici e utilitaristici anche quando sono guidati dalle migliori intenzioni. E’ in questo contesto “inumano” che i simboli irrompono con forza e creano emozioni più’ delle avventure dei personaggi.

I SIMBOLI vengono ribaltati o reinterpretati:
  • La Dichiarazione di Indipendenza con il suo “all men are created equal”, fatta recitare agli schiavi per insegnar loro a leggere e scrivere, diventa strumento di repressione ricordando loro che… non tutti gli uomini sono uguali. 
  • La Bibbia e la religione Cristiana, usate sia dagli schiavisti che dai collaboratori come giustificazione delle loro azioni (i primi identificano nei neri la stirpe di Caino, “giustamente” da schiavizzare, i secondi cercano la salvezza promessa dal Cristo portando aiuto ai “bisognosi”), si svuotano del loro valore morale dimenticando gli insegnamenti di carità’ e accoglienza. 
  • Per la ferrovia (da cui il titolo! ) l’autore non ne ribalta il significato, ma se ne cambia i beneficiari. Se “in superficie” è simbolo del sogno americano, della modernità, delle capacità industriali dell’uomo bianco, sottoterra per l’uomo nero è l’unica opera di cui essere fieri (a differenza del lavoro nei campi, fatto dai neri, ma fonte di orgoglio e ricchezza dei bianchi), ed è il mezzo proprio all’uomo nero per arrivare allo stesso sogno americano di libertà e indipendenza.
E questo è tutto. Buona lettura (se vi ho convinto).

(Pubblicato per la prima volta su Facebook il 22 novembre 2017)

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