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Thursday 4 February 2021

Le distanze tra Renzo e Agnese


Uno dei momenti di teatro del romanzo che, scritto circa 200 anni fa, risuona fortemente con la nostra attualità. Potremmo intitolarlo:

Come imporre le regole di distanziamento ai propri genitori, dal 1600 ai giorni nostri

Tra la sorpresa dell’apparizione, e la contentezza della notizia, e la smania di saperne di più, Agnese [..], dimenticando le precauzioni ch’era solita a prendere da molto tempo, disse: «vengo ad aprirvi».
«Aspettate: e la peste?» disse Renzo: «voi non l’avete avuta, credo.»
«Io no: e voi?»
«Io sì; ma voi dunque dovete aver giudizio. Vengo da Milano; e, sentirete, sono proprio stato nel contagio fino agli occhi. È vero che mi son mutato tutto da capo a piedi; ma l’è una porcheria che s’attacca alle volte come un malefizio. E giacchè il Signore v’ha preservata finora, voglio che stiate riguardata fin che non è finito quest’influsso; perchè siete la nostra mamma: e voglio che campiamo insieme un bel pezzo allegramente, a conto del gran patire che abbiam fatto, almeno io.»
«Ma…» cominciava Agnese.
«Eh!» interruppe Renzo: «non c’è ma che tenga. So quel che volete dire; ma sentirete, sentirete, che de’ ma non ce n’è più. Andiamo in qualche luogo all’aperto, dove si possa parlar con comodo, senza pericolo; e sentirete.»

(Alessandro Manzoni - I promessi sposi, capitolo XXXVII) 

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